Sin dalla comparsa della nostra prima mestruazione (definita menarca), siamo indotte a sentirci in imbarazzo. Ci si aspetta da noi discrezione, così che nessuno si possa accorgere che abbiamo le mestruazioni. Ci viene chiesto di continuare la nostra normale routine quotidiana, al lavoro o a scuola. Ma perché provare vergogna per una cosa così naturale? Analizziamo più a fondo il significato etimologico della parola mestruazioni:

dal latino Mens = mese

dal greco men/menos = luna/misura e Metis= Dea Greca dell’Intelligenza

dal greco metra = utero da cui deriva il metro, unità di misura in origine temporale.

dall’Egitto Maat= Dea egizia della Saggezza

Ne consegue che il ciclo ovarico era utilizzato come unità temporale, per scandire il trascorrere del tempo, poiché di mese in mese le mestruazioni ricomparivano all’interno della popolazione femminile, rispecchiando le fasi lunari. Fin dalle epoche più remote, infatti, fu chiaramente stabilito il collegamento tra questi due eventi, motivo per cui i primi calendari si basavano sul ciclo lunare e non solare; ne deriva che un anno era composto da tredici mesi invece che da dodici, così come le donne avevano tredici cicli mestruali. A testimonianza di questo i più antichi calendari ritrovati sono oggetti a forma di bastone con tredici tacche che rappresentavano i mesi lunari, di ventotto giorni ciascuno. Questa riflessione pone le basi per la moderna interpretazione del ciclo ovarico e delle mestruazioni. Si può infatti concludere come, la vergogna e la rinnegazione che al giorno d’oggi vengono attribuite a questo evento fisiologico che accomuna tutte le donne per la maggior parte della loro vita non è fondato.

Un altro aspetto degno di nota è il fine attribuito al ciclo ovarico. Il ciclo ovarico infatti, non possiede un fine solamente riproduttivo. È necessario andare oltre questo aspetto per comprendere pienamente la rilevanza e l’importanza che questo susseguirsi di fase cicliche rivela. Per primo, è importante sapere che il ciclo ovarico è costituito da quattro fasi differenti, correlate alla presenza di differenti ormoni circolati all’interno dell’organismo femminile. Gli ormoni che caratterizzano le quattro fasi, fase pre-ovulatoria, ovulatoria, pre-mestruale e mestruale, sono i responsabili dei diversi modi di essere della donna durante il ciclo ovarico.

La fase pre-ovulatoria è il periodo in cui l’organismo femminile si preparare all’ovulazione appunto. In questa fase ogni mese un follicolo inizia il processo di maturazione e accrescimento, determinando una crescente produzione di estrogeni. Gli estrogeni sono gli ormoni della femminilità, dell’estroversione, della socializzazione e determinano nella donna la voglia di fare, di realizzarsi, di affermarsi sul posto di lavoro o all’interno della famiglia. La donna è quindi energica, vitale, positiva, piena di idee e progetti.

La fase ovulatoria vede come evento cardine lo scoppio del follicolo, ormai maturo, e l’espulsione dell’ovulo, che potrebbe essere fecondato e condurre alla gravidanza. In questa fase gli estrogeni sono ancora presenti, anche se in quantità inferiori rispetto alla fase precedente, e coesistono all’interno dell’organismo femminile assieme al progesterone, alla prolattina e all’ossitocina. La donna quindi si sente sempre energica e vitale, ma l’energia è caratterizzata da un senso di accudimento verso l’altro, in ottica di preparazione verso l’avvio di una possibile gravidanza e di accudimento quindi del bambino.

Nella fase pre-mestruale, l’ovulo ormai non è più fecondabile, l’endometrio uterino è inspessito e proprio a sfaldarsi. I livelli di estrogeni diventano nulli, mentre permane la presenza del progesterone. La donna appare più introversa, concentrata sul sé. Tuttavia, è in questa fase che i mille pensieri e progetti elaborati nelle due fasi precedenti vengono scremati. La donna diventa oggettiva, sceglie quali mansioni o doveri devono essere realizzati.

Infine, la fase mestruale, l’unica fase del ciclo ovarico evidente esternamente, caratterizzata dal sanguinamento. In questa fase, all’interno dell’organismo femminile non sono presenti ormoni circolanti. Il corpo si chiude, l’attenzione è posta sui bisogni del proprio corpo, la donna è concentrata ancora di più su sè stessa, il corpo necessita di riposo e riflessione. Tuttavia, anche in questa fase, caratterizzata da sintomi dolorosi, crampi, cefalea, c’è un risvolto positivo. La donna infatti si ritira dalla società, non ha voglia di socializzare, ma medita, analizza i passi successivi da compiere: i progetti diventano concreti, oggettivi, realizzabili.

La mestruazione dunque è la scelta definitiva. La donna definisce le modalità per mettere in pratica i proprio piani, i propri progetti famigliari, lavorativi e sociali. Ovviamente questi verranno messi effettivamente in pratica a termine della mestruazione, quando i livelli di estrogeni inizieranno a risalire e la necessità di attenzione alla cura del sé sarà diminuita.

Si può quindi notare come il corpo femminile in ogni fase del ciclo ovarico comunica alla donna dei bisogni e le dona delle risorse, che possono pienamente essere messe in pratica aumentando la propriocezione corporea. La mestruazione tanto odiata da alcune donne per via dei sintomi dolorosi ad essa associati, è in realtà parte della nostra natura, è il coltello che ci permette di tagliare le cose superflue e scegliere quelle necessarie e realizzabili. Il ciclo ovarico ha quindi un altro fine oltre quello riproduttivo, ovvero quello di crescita personale ed elaborazione delle esperienze. La mente può quindi essere paragonata al grembo materno, all’interno della quale le idee risiedono e crescono sane e forti. L’idea che persiste anche a seguito degli effetti della mestruazione è l’dea che sicuramente dovrà poi essere realizzata.